L’evoluzione linguistica è paragonabile a quella biologica, avviene lentamente, generazione dopo generazione, quindi non prevede nessun punto di rottura sostanziale tra una lingua e quella da cui si sviluppa. Inoltre, non è possibile definire una lingua più vecchia rispetto ad un’altra: sono tutte antiche come l’umanità stessa. Detto questo, le lingue di seguito elencate hanno qualcosa di speciale, di davvero antico che le differenzia da tutte le altre. Vediamo dunque le principali lingue antiche di cui vale la pena approfondire la conoscenza.
Ebraico
Il caso dell’ebraico è molto particolare, dal momento che cadde in disuso intorno al 400 d.C. preservandosi come lingua liturgica per gli ebrei di tutto il mondo. Tuttavia, con la nascita del Sionismo nel XIX-XX secolo, l’ebraico ebbe un processo di rivisitazione per diventare la lingua ufficiale di Israele. Nonostante la versione moderna differisca da quella biblica, i nativi ebrei possono capire perfettamente ciò che fu scritto nel Vecchio Testamento e nei testi ad esso legati. Dal momento che i primi parlanti dell’ebraico moderno avevano lo Yiddish come lingua madre, l’ebraico moderno è stato influenzato in vari modi da quest’altra lingua ebraica.
Tamil
Il tamil, lingua parlata da 78 milioni circa di persone e riconosciuta come lingua ufficiale in India, Sri Lanka e Singapore; è l’unica lingua classica che è riuscita a sopravvivere al mondo moderno. Fa parte della famiglia delle lingue Dravidiche che racchiude diverse lingue del sud e dell’est India. I ricercatori hanno scoperto delle iscrizioni in Tamil datate oltre il III sec a.C., e sono in uso ancora adesso da allora. Diversamente dal Sanscrito, un’altra lingua antica indiana che cadde in disuso intorno al 600 a.C. diventando una lingua liturgica, il Tamil ha continuato a evolversi, diventando attualmente una tra le 20 lingue più parlate al mondo.
Farsi
Nel caso in cui tu non abbia mai sentito parlare del farsi, è la lingua parlata in molti paesi tra cui l’Iran, l’Afghanistan e il Tajikistan. Probabilmente hai sentito parlare di persiano ed è probabilmente legato all’immagine di un genio che esce fuori da una bottiglia. In realtà, sono la stessa lingua con due nomi diversi. Il Farsi è il discendente diretto del vecchio persiano, lingua dell’Impero Persiano. Il persiano moderno si attesta intorno all’800 d.C. e la cosa che lo differenzia da molte lingue moderne è il fatto di essere cambiato relativamente poco dal suo antenato. Oggi, i parlanti persiani moderni possono prendere in mano un testo scritto nel 900 d.C. e leggerlo senza troppe difficoltà rispetto ad un parlante inglese che prende in mano Shakespeare, ad esempio.
Islandese
L’islandese è un’altra lingua Indoeuropea, questa volta dal ramo settentrionale delle lingue germaniche (ad esempio, l’inglese è una lingua germanica appartenente al ramo occidentale). Molte lingue germaniche si sono semplificate e hanno perso caratteristiche che altre lingue indoeuropee invece hanno mantenuto (probabilmente non hai mai sentito parlare dei casi, a meno che tu non abbia studiato latino o una lingua slava). Ma l’islandese si è sviluppato in maniera molto conservativa mantenendo molte di queste caratteristiche. Il dominio danese sul paese, tra il XIV e il XX secolo, ha avuto piccole conseguenze sulla lingua, quindi è praticamente rimasta invariata da quanto i colonizzatori Norreni si stanziarono nell’isola. Per questo motivo gli islandesi possono leggere le antiche saghe norrene scritte secoli fa.
Lituano
La famiglia linguistica a cui la maggior parte delle lingue europee appartiene è quella Indoeuropea, ma ha cominciato a dividersi, presumibilmente, intorno al 3500 a.C. sviluppatasi in dozzine di lingue come il tedesco, l’italiano e l’inglese perdendo gradualmente la possibilità di essere mutualmente intellegibili. Tuttavia, una lingua del ramo delle lingue Baltiche ha mantenuto molto di più le caratteristiche di quello che i linguisti chiamano Proto-Indoeuropeo (PIE), la lingua che si presume fosse parlata intorno al 3500 a.C. Per diverse ragioni sconosciute, il lituano ha mantenuto più regole fonetiche e grammaticali del PIE rispetto ai suoi cugini linguistici e può essere definita una delle lingue più antiche del mondo.
Macedone
La famiglia delle lingue slave, che comprende tra le altre il russo, il polacco, il ceco e il croato è un ramo abbastanza giovane rispetto agli altri. Hanno cominciato a differenziarsi dal loro antenato, il Protoslavo, quando Cirillo e Metodio resero la lingua standard creando un alfabeto per quella che attualmente viene chiamato lingua ecclesiastica antica. Hanno quindi preso la lingua del nord, nel IX secolo e l’hanno portata con loro per cristianizzare gli slavi. Loro provenivano da una zona non nota della Grecia, probabilmente quella che ora viene chiamata Macedonia (o Repubblica di Macedonia, o FYROM), e il macedone (insieme al suo parente più stretto, il bulgaro) è la lingua che più ha conservato le caratteristiche della lingua ecclesiastica antica, oggi.
Georgiano
Il Caucaso è un vero ricettacolo per i linguisti. Le lingue principali delle tre repubbliche caucasiche del sud, Armenia, Azerbaijan e Georgia, provengono da tre famiglie linguistiche completamente diverse, rispettivamente, indoeuropea, turca e cartvelica. Il georgiano è la maggiore lingua cartveliana ed è l’unica lingua caucasica con una tradizione letteraria antica. Il suo bellissimo e unico alfabeto è abbastanza antico: sembra sia stato adottato dall’aramaico circa il II secolo d.C. Non è propriamente considerata un’isola linguistica come il basco, ma esistono solo quattro lingue cartveliane, tutte parlate da minoranze all’interno della Georgia, senza relazione con qualsiasi altra lingua al mondo.
Basco
Il basco è il mistero linguistico per eccellenza. Viene parlato dal popolo basco che vive in Spagna e Francia, ma non ha alcun tipo di relazione con le lingue romanze (tra cui, spagnolo e francese) e con qualsiasi altra lingua del mondo. Nel tempo, i linguisti hanno cercato di capire quale origine potesse avere, ma nessuna teoria avanzata poteva essere portata avanti. L’unica cosa certa è che veniva parlata già prima dell’arrivo delle lingue romanze, ossia prima che i Romani si stanziassero lì con il latino che si sarebbe poi sviluppato rispettivamente in spagnolo e francese.
Finlandese
La lingua finlandese non ha avuto un sistema di scrittura fino al XVI secolo, ma come qualsiasi altra lingua, ha una storia che va molto più indietro di quella data. Parte della famiglia ugrofinnica, che comprende anche l’estone, l’ungherese e altre minoranze linguistiche sparse per la Siberia. Nonostante questo, il finlandese ha molti prestiti che sono stati adottati da altre lingue durante i secoli. In molti casi, il finlandese ha mantenuto questi prestiti nella loro forma originaria rispetto a quello che hanno fatto altre lingue. La parola per indicare madre, aiti, per esempio, deriva dal gotico, che ovviamente non è più parlata. La parola per indicare re, kuningas, arriva dall’antico germanico *kuningaz, che non esiste più in nessuna lingua germanica.
Gaelico irlandese
Anche se il gaelico irlandese viene parlata attualmente da una piccola maggioranza di irlandesi come lingua nativa, ha una lunga storia alle spalle. Fa parte del ramo celtico delle lingue indoeuropee ed è presente nell’attuale Regno Unito e Irlanda, ben prima dell’arrivo delle influenze germaniche. Il gaelico irlandese è la lingua da cui il gaelico scozzese e il mannese (che viene parlata sull’isola di Mann) sono nate, ma l’unica ragione per cui la mettiamo in questa lista è per il fatto di avere la più antica letteratura vernacolare di qualsia paese occidentale. Mentre il resto d’Europa aveva la propria lingua e scriveva in latino, gli irlandesi decisero invece di voler scrivere nella loro stessa lingua.